Sempre più spesso si sente dire che bisogna trovare il tempo per pensare. Forse ne abbiamo davvero bisogno. Questo perché oggi siamo sempre più schiacciati tra il lavoro e la vita privata, che ci manca il tempo materiale per informarci davvero, fermandoci così ai titoli degli articoli, senza approfondire. Spesso per far vedere agli altri che siamo informati condividiamo post, scriviamo commenti, senza magari neanche aver letto una riga o, nel peggiore dei casi, senza aver ben compreso il senso vero di quanto scritto in quell’articolo.

E proprio in questo nostro tempo che ci stritola, tra il lavoro e il privato, che trovano spazio e larga diffusione le bufale. L’unica nostra arma di difesa sono la cultura e il senso critico, che si formano con la lettura di diversi quotidiani, settimanali, libri, ma anche attraverso la possibilità di “rubare” al nostro tempo un momento per riflettere e pensare, magari confrontandoci faccia a faccia con un famigliare, un amico o un collega. Ecco cosa manca davvero ai giorni nostri: la possibilità di confrontarsi fisicamente, di guardare gli altri negli occhi ed è utile a caricare di emozioni, calore ed espressività le nostre parole. Il confronto fisico è una potente valvola di sfogo, capace di rendere meno aggressive le persone ed è un ottimo elemento per continuare a crescere.

Dicevo prima che un’arma potente di difesa dalle fake news è anche il pensare, cioè starsene da soli nel silenzio della propria casa o in un luogo a noi caro, per raccogliere le idee prima di esporle, per fare ordine tra la miriade di cose che si affollano nella nostra mente e quindi dare la possibilità al nostro cervello di “cancellare” quelle opinioni e quei pensieri di “pancia” e che troppo spesso riempiono inutilmente i social network. Trovare un momento per starsene soli a pensare oggi appare assai difficile e complicato, perché la nostra mente si lascia facilmente distrarre dai diversi device, come vengono definiti i tablet, gli smartphone e tutti quegli oggetti digitali connessi a internet – un mondo virtuale che può essere bellissimo e interessante – dove possiamo trovare le informazioni più svariate, ma anche il luogo della distrazione, dove incappare nel mare infinito delle cose inutili o di poco conto. A questo proposito credo sia utile citare il consiglio che ha scritto nel suo romanzo “La distrazione”Luciano De Crescenzo:

“Se c’è un luogo al mondo fatto apposta per pensare questa è la vasca da bagno. Basta restare al buio una decina di minuti, nell’acqua molto calda, e aspettare: i pensieri arrivano da soli, in punta di piedi e senza farsene accorgere. È logico, quindi, che non ci devono essere in giro telefoni, radio o altre diavolerie del genere. Il pensare pretende il silenzio più assoluto ed è uno dei doni più belli avuti da Nostro Signore.” (1)

Forse, se fossimo meno stressati e avessimo più tempo per pensare, riusciremmo a vedere meno odio e meno rancore sia sui social network sia nella vita reale e daremmo più importanza sia alle persone sia alle parole.

Testo di Lino Minetich

Foto:Free-Photos via www.pixabay.com/it

FONTI BIBLIOGRAFICHE:

(1) -De Crescenzo L. – La distrazione – (2000) – Arnoldo Mondadori Editore S.p.A – Milano