In questo articolo scritto da Elena Salgari, nostra storica collaboratrice, una breve riflessione su quanto sia importante cambiare e fare le piccole e grandi scelte nella vita.

“Chi lascia la strada vecchia per quella nuova, sa quel che lascia e non sa quel che trova” recita un famoso proverbio. A mio parere è proprio questo elemento di incognita a caratterizzare ogni cambiamento. L’entusiasmo spesso passa in secondo piano.

Naturalmente non mi riferisco ai piccoli, quotidiani cambiamenti che affrontiamo, come una nuova marca di biscotti, o di bagnoschiuma, ma a qualunque scelta possa modificare in modo tangibile la nostra vita. Un semplice taglio di capelli o un modo diverso di portare la barba donano un aspetto differente, quindi producono effetti sulla sfera dell’identità e della personalità. Ecco, allora, che tanto banali non sono.

Figuriamoci, poi, dei cambiamenti un po’ più importanti, ad esempio quelli che riguardano l’automobile o la casa. Ogni scelta va ponderata attentamente, magari stilando un bilancio dei pregi e dei difetti delle varie opzioni alternative. E tenendo conto che, qualsiasi decisione prenderemo, forse poi avremo delle sorprese, buone o meno, perché è difficile intuire tutto a priori.

Che dire allora dei cambiamenti veramente importanti, che riguardano il lavoro, la famiglia, un trasferimento o simili? Decidiamo di sposarci per amore e quindi affrontiamo il passaggio con entusiasmo. Però è necessario essere realisti: non sempre sarà tutto rose e fiori, spesso ci sarà da discutere, serviranno compromessi, bisognerà costruire la relazione ogni giorno per non lasciarla scalfire.

Il cambiamento in assoluto più destabilizzante, folle, sfiancante, ma anche più emozionante, gioioso e stimolante è la nascita di un figlio. Da allora niente è come prima. Un figlio insegna l’amore assoluto, l’abnegazione di sé, la pazienza infinita, lo stupore per le piccole cose, la felicità nei semplici gesti quotidiani. Diventa il nostro intero mondo. Ci riempie la vita. Eppure a volte succede di provare un po’ di nostalgia per la libertà che avevamo assaporato prima del suo arrivo.

Anche andare a vivere in un altro luogo, magari all’estero, comporta una radicale cancellazione delle proprie abitudini. Un ricominciare da capo, con stimoli e ostacoli annessi e connessi. Quindi ogni cambiamento è fonte di emozioni contrastanti: da un lato la paura di perdere ciò che possediamo, dall’altro la voglia, la necessità, la speranza di ottenere qualcosa di nuovo (naturalmente migliore). Per qualcuno rappresenta una fuga, per altri un’avventura; per altri ancora un modo di mettersi in gioco sfidando se stessi. C’è chi è più avvezzo alla variazione e chi non si decide mai a farle fronte. Entrano in gioco bisogni, sensazioni, timori, desideri, elementi caratteriali, esperienze passate, vissuto famigliare.

Quanto può essere liberatorio, stimolante, arricchente, emozionante affrontare la novità?
Eppure ci vuole coraggio. Molto coraggio. Perché per quanto si abbia calcolato l’altezza, la distanza, il rischio di cadere, nonostante ci si sia muniti di un buon paracadute… il cambiamento è sempre e comunque un adrenalinico salto nel vuoto!

Testo di: Elena Salgari per progetto I.L.I.E.

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