Perché i turisti prima di lasciare un albergo mettono in valigia le ciabatte, l’accappatoio, la carta intestata o i saponi con il logo dell’hotel dove hanno soggiornato? Perché hanno fatto loro un vecchio adagio inglese: “il bagaglio più grande per un viaggiatore è un portafogli vuoto”.

Spesso, prima di partire per un viaggio, ci si propone di non spendere più di una certa cifra, ma poi, una volta tornati a casa, ci si accorge di aver puntualmente sforato il tetto di spesa. Non importa se il viaggio è organizzato o se è fai da te; in ogni caso il portafogli sarà sempre vuoto al ritorno.

Quando siamo fuori dal nostro habitat naturale, perdiamo ogni freno, ogni inibizione e siamo colpiti da quella che potremmo definire come la sindrome del “tanto chissà quando mi ricapiterà di ritornare qua”. Così diamo fondo ai nostri soldi spendendo in cibo tipico, magari in un ristorante del centro o acquistando souvenir non solo per noi, ma anche per chi vogliamo bene. Perciò accade di andare in ristoranti dove ci propongono piatti tipici a prezzi che “turistici” proprio non sono, ma che accettiamo perché vogliamo vivere l’esperienza, anche se magari il posto è più simile a una battola, che a un ristorante.

Spesso e volentieri quando paghiamo il conto non paghiamo soltanto il costo di ciò che abbiamo mangiato e il servizio, ma anche la “location”, ovvero il luogo dove si trova il ristorante: in una nota piazza del centro o di fronte a un monumento particolarmente significativo.

A questo proposito vi consiglio di guardare i video di Lorenzo Prattico, in arte Pratt, che ci racconta, in modo semiserio, come i turisti vengono “truffati” nelle varie città d’Italia.

Dal cibo, poi, potremmo estendere il nostro discorso ai souvenir, altro ambito in cui il turista dà il meglio di sé, in fatto di spesa. Ascoltare le voci dei turisti che vagano per la città sono particolarmente divertenti: come assistere alla discussione tra moglie e marito su quali oggetti acquistare, con la resa finale di lui che dà carta bianca alla moglie, la quale poi rifila al partner la borsa con gli agognati ricordi.

Per non parlare poi del momento fatidico di rifare le valigie: è più facile giocare a tetris che a chiuderle!

Una volta tornato a casa il turista si accorge di aver superato il “budget” di spesa che si era imposto di rispettare prima di partire, ritrovandosi – letteralmente – con il portafogli vuoto.

Il viaggio – qualsiasi viaggio – è un’esperienza che arricchisce la mente, il cuore e l’anima, ma – inevitabilmente – rende più leggere le nostre tasche!

Testo di: Michele Tonin per progetto I.L.I.E.

Elaborazione grafica delle copertine di Pratt (raccolta con link attivo): Michele Tonin

Foto di copertina: Michele Tonin progetto I.L.I.E.

Foto interna articolo: via www.pixabay.com