Le ragazze sono sorridenti, immobili sul bordo della piscina, con i loro capelli laccati e raccolti in un impeccabile chignon. La musica parte e i loro cuori battono forte, mentre il batter e levare della musica cresce sempre di più. Ad un certo punto a coppie si tuffano in acqua ed iniziano a danzare, muovendo con grazia le braccia, le mani e la testa; immergendosi e facendo emergere le gambe, le quali si aprono e si chiudono in sincrono. È il nuoto sincronizzato, uno sport acquatico ormai da tempo tra le discipline olimpiche più apprezzate.

Le ragazze sorridenti sopra descritte, praticano questo sport per passione e per la voglia di stare insieme ad altre ragazze. Per loro non conta il podio olimpico: una gara tra varie squadre del territorio ha la stessa importanza e tensione di una gara olimpica. Vanno a scuola al mattino e due volte la settimana – di pomeriggio – si allenano.

Silvia, una giovane ragazza, le allena, sceglie le musiche e crea le coreografie. <Il nuoto sincronizzato è uno sport che amo> – dice – <che pratico da sempre>. Già sin da ragazzina ha incominciato ad allenarsi nella piscina vicino casa, per poi passare ad un’altra distante più di venti chilometri. Sono sacrifici che si fanno quando lo sport che si pratica lo si ama davvero.

Oggi Silvia non gareggia più, ma continua ad insegnare questo sport a nuove ragazze, cercando di trasmettere loro la passione e l’amore per questa disciplina sportiva che richiede ore di palestra, di piscina e di prove per costruire una coreografia e per impararla sino a renderla perfetta. Perché nel nuoto sincronizzato ogni gesto, ogni atteggiamento dell’atleta – in gara – viene valutato per giungere poi al risultato finale. Dice Silvia: <Se non c’è amore, se non c’è la passione e la determinazione è impossibile, poi, in gara, ottenere dei buoni risultati>. Una buona regola che vale sia per questo sport sia per tutti gli altri sport, ma che soprattutto vale nella vita.

Michele TONIN per progetto I.L.I.E.