Come si può guardare oltre l’orizzonte più vicino? Paradossalmente senza andare troppo lontano, perché a volte l’orizzonte più vicino è… vicino! Se continuerete a leggere questo articolo capirete.

Era da tempo che all’interno dello staff si discuteva della possibilità di realizzare una uscita tutti insieme, magari anche con alcuni nostri collaboratori. Sul tavolo erano state poste diverse possibili mete, ma su tutte una ha attirato la nostra attenzione: la collina delle Torricelle. Per quale motivo si è scelto di puntare su questa meta? Perché abbiamo voluto rispondere ad una domanda un po’ provocatoria: “conosciamo davvero la città di Verona?”. A questo punto va svelato finalmente un mistero che si protrae da tempo: lo staff di progetto I.L.I.E. ha sede nella provincia veronese. Di più (almeno per ora) non vi diciamo.

Così, la mattina di domenica 29 luglio 2012 lo Staff di progetto I.L.I.E. si è avventurato alla ricerca di un diverso punto di osservazione della città scaligera. Anche se lo Staff non era al completo. Erano presenti Elena, Silvia, Filippo, Michele e Davide, quest’ultimo è un nostro amico e collaboratore. All’appello mancavano Sara e Micaela, assenti giustificate.
La nostra passeggiata inizia (in discesa) dalla Scala Santa, costruita tutta con i sassi. Sul lato destro si trova un muro con incastonate le rappresentazioni iconografiche della Via Crucis, mentre sulla sinistra si intravvede la città.

Arrivati al primo giro di scale, decidiamo di svoltare a destra, ritrovandoci poco dopo di fronte al cancello dei missionari Comboniani ed al famoso Museo Africano, che caldamente vi consigliamo di visitare. Proseguiamo la nostra camminata ritrovandoci davanti alla chiesa di San Giovanni in Valle. Trovare il portone del cortile aperto per noi è stata una piacevole sorpresa, tanto che decidiamo di entrare a visitare l’intero complesso, trovando piena disponibilità da parte dei volontari che erano lì per pulire e tenere in ordine sia il luogo sacro sia il cortile.

San Giovanni in Valle è un edificio romanico, situato ai piedi della collina delle Torricelle. La prima costruzione risale al VI° / VII° secolo. Tre anni dopo il terremoto del 1117, che colpì la città veneta, furono iniziati i lavori per dare vita all’attuale edificio, che nel 1300 vide il prolungamento della navata e l’innalzamento della facciata.
Dopo aver ammirato il cortile, entriamo con il massimo rispetto possibile all’interno della chiesa. Quello che colpisce è la bellezza che emana la semplicità dell’edificio. Incuriositi scendiamo giù nella cripta, la quale si presenta con un soffitto basso e delle colonne che sembrano – a prima vista – alquanto esili, ma che in realtà sono ben solide. All’interno di questo ambiente ci sono anche degli interessanti sarcofagi, riccamente decorati e conservati in ottimo stato. Dopo aver notato un reliquiario contenente un teschio, risaliamo le scale e la visita a questa bellissima chiesa romanica, si conclude.
Una volta usciti ringraziamo i volontari presenti per averci permesso questa piacevole visita, che per noi è stato un interessante fuori programma, un vero e proprio regalo.
Dopo la piacevole visita a San Giovanni in Valle, proseguiamo la nostra camminata salendo fino alla fontana del Ferro, così chiamata non perché l’acqua contenga delle sostanze ferrose, piuttosto perché pare che proprio in quel luogo, in epoca romana, fosse venerata Feronia, la dea della rinascita.
Fatta una breve sosta, il percorso continua seguendo la strada che sale e si inoltra in una zona punteggiata da alberi sui due lati della strada. Il sole fa sempre più sentire la sua presenza, tanto che qualcuno comincia a tirare fuori dagli zaini delle bottigliette d’acqua.

Dopo aver oltrepassato un camping, ci dirigiamo verso Castel San Pietro, una costruzione austroungarica, che i veronesi conoscono forse più per le recenti polemiche e le varie idee su come renderlo a disposizione della città, che per la sua storia. In passato c’è chi aveva proposto di utilizzarlo come hotel o come casa da gioco; l’orientamento attuale sembra sia quello di trasformare il manufatto in una struttura museale o espositiva.

Da qui comunque si gode una vista unica ed eccezionale della città. Da questo stupendo punto di osservazione si riesce a capire quali e quante cose da visitare e da scoprire vi siano a Verona: basta un semplice colpo d’occhio per rendersi conto che – ad esempio – il numero delle chiese è molto alto.
Sotto di noi l’Adige, un fiume che dolcemente culla e attraversa la città scaligera. Sempre sotto di noi si trova il teatro Romano. Durante l’estate si tengono spettacoli di teatro, prosa e balletto di richiamo nazionale e internazionale. È bello ascoltare, durante l’intervallo degli spettacoli, la musica dolce e soave del vecchio fiume.
Dopo aver osservato il panorama e aver fatto le dovute fotografie, imbocchiamo la via del ritorno, che ora è tutta in discesa. Il percorso è fra mura antiche, dalle quali si scorgono degli uliveti e piante di capperi, le quali crescono spontaneamente e ricoprono intere porzioni di mura.
Tra una risata e l’altra, non ci accorgiamo nemmeno di essere già arrivati vicino all’automobile con la quale eravamo arrivati. Saliamo e velocemente ritorniamo al punto di ritrovo, mentre la città sta riprendendo vita. Ci salutiamo, felici di aver vissuto insieme una domenica mattina diversa, nel corso della quale abbiamo visto Verona da un insolito punto di vista, puntando lo sguardo oltre l’orizzonte più vicino.

Foto e testo di Michele Tonin per progetto I.L.I.E.