– Seconda parte –

Riprendiamo il racconto dell’ultima tappa del 105° Giro d’Italia, un piccolo escamotage che abbiamo usato per riuscire a raccontare la storia e le curiosità dei due ponti cittadini protagonisti di questi due articoli.

Nonostante la strada ancora bagnata, grazie all’esperienza e alla maestria propria di chi sa fare il lavoro di ciclista, i maghi delle due ruote sono riusciti a percorrere, senza grossi problemi, la strada in discesa. Da lì il percorso è proseguito su Lungadige Matteotti, intitolato al deputato socialista che pagò con la vita l’opposizione al regime fascista. In piazza Viviani c’è un busto del politico, sotto il quale vi è una scritta che così recita: “La sua idea non muore”.

Lasciato il lungadige Matteotti, i ciclisti hanno velocemente imboccato ponte della Vittoria, per poi svoltare in Corso Cavour.

Questo ponte è dedicato – appunto – alla vittoria italiana nel primo conflitto mondiale. Benché l’associazione reduci di guerra premesse per vedere quanto prima la realizzazione di tale opera, solo nel 1923 l’amministrazione comunale decise di aprire formalmente il bando per la presentazione dei progetti. I lavori iniziarono nel 1926 per essere terminati tre anni più tardi: il 4 novembre 1929. Il ponte contava di due terrazzini sporgenti e all’imbocco sia da una sponda sia dall’altra, vi erano i bollettini di guerra del 24 maggio 1915, 23 novembre 1917, 23 giugno 1918 e – appunto – del 4 novembre 1918. Nel 1931 furono aggiunte quattro statue equestri rappresentanti la vittoria, ma nella notte tra il 24 e il 25 aprile 1945 i tedeschi lo fecero saltare in aria.

Il manufatto fu ripristinato nel 1953, senza i terrazzini, mentre le statue equestri furono riposizionate qualche anno più tardi.

Imboccato Corso Cavour i ciclisti si sono diretti velocemente verso via Valverde per poi arrivare in corso Porta Nuova e attraversare i portoni della Bra per fermare il cronometro e dirigersi verso l’Arena per fare la sfilata d’onore – sempre in bici – sul tappeto rosa, acclamati da un anfiteatro pieno di gente, nonostante la giornata plumbea e fredda.

– Due delle quattro statue equestri presenti sul ponte –

– Nell’immagine ponte della Vittoria con l’Adige in piena –

Ma l’Arena si è scaldata quando l’australiano Jai Hindley è entrato con il pugno in alto e un sorriso immenso perché era lui il vincitore del 105° Giro d’Italia, la maglia rosa 2022.

Verona, come ormai da tradizione, ha ospitato la più nobile delle competizioni sportive internazionali, speriamo presto torni a ospitare altri eventi importanti, magari sotto un cielo più sereno, sotto tutti i punti di vista.

Testo di: Michele Tonin per progetto I.L.I.E. e Storie di Verona

Foto di: Marco Bertazzoli per progetto I.L.I.E. e Storie di Verona

Fonti bibliografiche:

P. Brugnoli, 2004, “Le strade di Verona”, Roma, Newton e Compton Editori