Avete mai provato a prendere in mano la piantina di Verona? Guardatela bene. Non vi sembra che l’Adige entri dolcemente dentro l’abitato, cercando di avvolgere la città come una sorta di morbida sciarpa? Ebbene questo fiume che sembra così dolce e che nelle sere d’estate sembra suonare una incessante e affascinante melodia, in realtà, nel corso dei secoli, proprio dolce non lo è stato. Anzi, il vecchio fiume, sin dalla fondazione della città, ha provocato morte e distruzione.

Le piene impetuose hanno fatto crollare più volte i ponti, rotto gli argini, ma nonostante ciò i veronesi non l’hanno mai abbandonato, ma hanno sempre cercato di addomesticarlo, cercando di creare una economia che si reggeva sulla interdipendenza tra i cittadini e le acque dell’Adige. Un legame forte, solido, almeno fino al tragico autunno del 1882, quando la piena del fiume diede vita a una tragedia che ha cambiato per sempre il volto della città.

I ponti a Verona sono degli elementi importanti perché collegano la città romana all’abitato più moderno, ma anche a quello che fu il nucleo originario, situato sul Colle San Pietro.

Ora riprendete in mano la cartina della città e vedrete che da ovest a est si susseguono ben dodici ponti:
Ponte Unità d’Italia, Ponte Catena, Ponte Risorgimento, Ponte Scaligero, Ponte della Vittoria, Ponte Garibaldi, Ponte Pietra, Ponte Nuovo, Ponte Navi, Ponte Aleardi, Ponte San Francesco e Ponte Francesco Giuseppe.

Di tutti questi i più vecchi sono ponte Pietra, ponte Navi e il ponte Scaligero (che tra l’altro è conosciuto anche con altri due nomi: ponte di Castelvecchio o ponte del castello di San Martino). Sopra e sotto a questi manufatti è passata sia la storia ufficiale sia quella quotidiana che di solito non finisce nei libri di storia, ma che magari viene tramandata dalla tradizione orale.

Tutti questi manufatti di storie ne hanno da raccontare e – soprattutto – hanno visto la città crescere e cambiare; i governanti succedersi e sia le mode sia le tecnologie passare. Ma hanno anche saputo talvolta resistere e talvolta cedere all’impetuosità delle acque del fiume.

In questo nostro viaggio che faremo insieme agli amici della pagina Instagram @storie_di_verona, cercheremo di raccontarvi la città atesina vista dai suoi ponti. Sarà un viaggio affascinante: talvolta vi racconteremo storie allegre, talvolta eventi drammatici, un po’ come la vita.

A tutti voi e a tutti noi buon viaggio!

Testo di: Michele Tonin per Storie di Verona e progetto I.L.I.E.
Elaborazione grafica di: Michele Tonin per Storie di Verona e progetto I.L.I.E.
Foto di copertina di: Marco Bertazzoli per Storie di Verona e progetto I.L.I.E.