Vi informiamo che l’articolo che state per leggere è stato pubblicato, per la prima volta su questo sito, nel mese di settembre 2014.

A Gorizia tutti la chiamano familiarmente la “Transalpina”. Ma che cos’è?, vi starete chiedendo. È una stazione ferroviaria che non si trova in territorio italiano, bensì sul suolo sloveno. Di fatto è la stazione ferroviaria di Nova Gorica che collega la città all’intera Slovenia. Il nome pare derivi dal fatto che tale presidio ferroviario si trova proprio sulla tratta omonima, realizzata agli inizi del XX° secolo, sotto il dominio austroungarico, per collegare la città di Trieste all’Austria.

La stazione è un bianco ed imponente edifico che si trova proprio a ridosso dell’antico confine che sino al 30 aprile 2004 divideva l’Italia dalla Slovenia. Entrare al suo interno significa fare un autentico balzo nel passato: gli arredi paiono essere quelli originali del primo decennio del ‘900. La costruzione risale infatti al 1906. Peccato che il corridoio centrale, che separa l’atrio dalla zona di accesso ai binari, sia un po’ trascurata.

Sinceramente questo edificio meriterebbe una maggiore attenzione, perché oltre a essere un luogo pubblico è anche un bel edificio storico; ma è anche il biglietto da visita di Nova Gorica sia per chi arriva con il treno sia per chi arriva con il bus. Non solo: è uno degli ultimi simboli di quel che fu l’impero austroungarico e dell’epoca in cui fu costruito: la belle époque.

Fa comunque piacere vedere questo luogo di transito di turisti (e non solo) essere posto di fronte al confine di un tempo ed oggi di fronte a piazza Transalpina, che per metà sorge in territorio italiano e l’altra metà in quello sloveno (anche se gli sloveni la chiamano piazza Europa). Un modo per congiungere il passato con il presente e guardare al futuro, ma anche per saldare idealmente l’unione tra l’Europa occidentale e quella orientale sotto la bandiera delle dodici stelle d’oro in campo blu. Che passi da qui il treno per la nuova Europa?

Foto di: Omar BASONI, Elena SALGARI e Michele TONIN per progetto I.L.I.E.

Testo di: Michele TONIN per progetto I.L.I.E.