– BREVI DESVRIZIONI E ACCENNI DI STORIA –

Da Piazza dei Signori, camminando verso Via Santa Maria in Chiavica, troviamo sulla destra uno dei più eccezionali esempi di arte gotica germanica in Italia, nonché uno dei luoghi più affascinanti della città: il complesso funerario di Santa Maria Antica, luogo di sepoltura degli Scaligeri.
Nel cortile principale si elevano due maestose Arche gotiche ed una serie di sarcofagi in marmo rosso di Verona. Un’altra arca è posta al di fuori della cancellata in ferro battuto, sopra l’entrata laterale (oggi principale) della chiesa.

Data l’assenza di incisioni o epitaffi sulle tombe, non si ha la certezza assoluta dell’identità dei principi contenuti al loro interno; tuttavia, grazie a numerose fonti storiche, è stato possibile identificarne alcuni con affidabile certezza.
Sebbene il luogo di sepoltura della casata fosse stato stabilito già da Mastino I Della Scala (XIII secolo), il primo realizzatore delle Arche fu Mastino II, il quale commissionò la costruzione della propria Arca sepolcrale e di quella dello zio Francesco Della Scala, meglio conosciuto come Cangrande I. Il corpo di quest’ultimo era infatti stato riposto fino a quel momento in un sarcofago ancora visibile all’interno del cortile.

L’Arca di Mastino II (XIV secolo) si presenta come un’audace struttura sopraelevata di pianta rettangolare adornata con motivi religiosi ed elementi strutturali in stile gotico. È frequente la rappresentazione di cani alati reggenti uno scudo con lo stemma familiare. Al di sopra della cuspide, retta da quattro archi a sesto acuto, si eleva la statua equestre dello stesso Mastino II, copia dell’originale attualmente conservata presso il museo civico di Castelvecchio. Interessante notare come il principe sembri salutare, con gesto signorile della mano, la statua equestre di Cangrande I, il quale ricambia con un rasserenante sorriso. L’Arca di questi (XIV secolo) è posta sopra l’entrata della chiesa ed è la più umile. Sicuramente non proporzionata alla grandezza del condottiero che portò la Signoria all’apice della propria espansione territoriale.

L’Arca che invece si impone come la più elaborata dal punto di vista strutturale ed artistico è quella di Cansignorio. Verosimilmente progettata dal maestro Bonino da Campione nel 1364, venne concepita e realizzata come un baldacchino sopraelevato di base esagonale adornato da elementi gotici e statue di santi racchiuse entro edicole. Non mancano ovviamente le effigi Scaligere precedentemente citate e la consueta statua equestre sulla sommità.

Altra Arca presente nel complesso e poco visibile dall’esterno è quella di Giovanni Della Scala (XIV secolo). Inizialmente collocata nella chiesa di San Fermo Maggiore, venne spostata a Santa Maria Antica nel 1831. Differisce dalle altre strutture poiché realizzata in marmo bianco.

È degna di nota anche la cancellata in ferro battuto che delimita il cortile: motivo principale è quello della Scala a quattro pioli entro reticolo quadrilobato, oggi uno dei simboli della città.

Testo e foto di: Matteo Lonardi per Storie di Verona e per progetto I.L.I.E.