Per Verona il 25 aprile non è solo il giorno in cui si festeggia la liberazione dal nazifascismo, ma è anche il giorno in cui si ricorda lo sfregio nazista alla città. La notte tra il 24 e il 25 aprile 1945, infatti, i nazisti lasciarono la città, ma armarono i dieci ponti esistenti. Ponte Risorgimento e ponte Unità d’Italia saranno costruiti qualche anno più tardi.
Posti di fronte alla minaccia nazista, le autorità cittadine cercarono in tutti i modi di trattare e di fare in modo che almeno i manufatti più rappresentativi (ponte Pietra e Scaligero) fossero risparmiati. A questo proposito pare che il federmaresciallo Kesserling, responsabile di tutte le forze tedesche operanti in Italia, avesse dato rassicurazioni in tal senso. Ma nemmeno le rassicurazioni di un così alto in grado bastarono e quella notte tutti ponti furono fatti brillare.
Immediatamente, dopo la fine delle ostilità, i veronesi e le autorità cittadine si misero subito all’opera per ricostruire. Ponte Pietra, il più antico, fu ricostruito tra il 1957 e il 1959, grazie al minuzioso e paziente lavoro della Soprintendenza, guidata dal professor Pietro Gazzola, in collaborazione con altre personalità competenti, che seppero ricostruire il manufatto nel modo più fedele possibile all’originale; il ponte Scaligero ( o di Castelvecchio) fu ricostruito tra il 1949 e il 1951, anch’esso fu rifatto quanto più fedele all’originale.
Entro la fine degli anni ’60 tutti i ponti di Verona distrutti dalla follia della guerra furono ricostruiti dov’erano, ma non sempre com’erano (come nel caso di ponte Garibaldi). Far brillare questi manufatti che nell’immaginario collettivo evocano la pace, in quanto congiungono una sponda con quella opposta, serviva ai tedeschi a fare in modo di rallentare l’avanzata degli alleati e a guadagnare tempo nella fuga.
Vedere i ponti cadere nelle acque dell’Adige fu un affronto che per molto tempo rimase fortemente impresso nell’animo profondo dei veronesi. Il 25 aprile gli alleati riuscirono ad arrivare in città e la trovarono ferita, ma con una gran voglia di guardare fiduciosa verso il futuro, perché la fine del conflitto era ormai nell’aria e tutti sapevano benissimo che non sarebbe stato facile rialzarsi. La voglia di ricominciare a vivere aiutò a superare quei primi momenti, successivi alla fine delle ostilità, che non furono per niente facili.
Ponte Pietra oggi, immagine via www.pixabay.com
Testo di: Michele Tonin per progetto I.L.I.E.
Foto di copertina: dal web.
Immmagini tratte dal video: Come prima più di prima dell’Istituto Luce
Fonti bibliografiche:
P. Brugnoli, 2004, “Le strade di Verona”, Roma, Newton e Compton Editori