L’intervista che state per leggere è stata effettuata nel 2011 e successivamente pubblicata su questo sito. Oggi, dopo molto tempo, la ripubblichiamo.

Tra le cose più affascinanti, ma anche tra le più difficili, capace di metterti in contatto con la natura è l’arrampicata, uno sport praticato da molte persone, capace di regalare forti emozioni. L’arrampicata mette continuamente alla prova chi la pratica e induce l’individuo a conoscere sé stesso e propri limiti, ad affrontare le proprie paure.

Indubbiamente è uno sport da praticare con coscienza e attenzione, perché << la montagna può esserti amica o nemica, molto dipende da te >>. Così mi ha detto Omar Basoni, mio carissimo amico e da sempre praticante di questo sport nel tempo libero. Per Omar la montagna è parte integrante del suo essere, è la sua seconda casa e non potrebbe farne a meno.

Così una sera, armato di un registratore, ho chiesto al mio amico di raccontarmi le emozioni che prova praticando l’arrampicata. Di buon grado ha accettato e ha iniziato a raccontare le sue esperienze e le sue emozioni, riuscendo a coinvolgermi.

<< Arrampicandoti metti alla prova te stesso ed è un sport completo >>, tanto che in Trentino tale disciplina <<è inserita nei programmi scolastici di educazione fisica, già sin dalle scuole medie>>. Chiedo: ma perché l’arrampicata è uno sport completo? Perché << coinvolge la logica, l'aspetto motorio e aiuta a mantenere sangue freddo e a pensare>> e – continua Omar – << dà una formazione completa>>. Poi mi dice una cosa che non mi sarei mai aspettato di sentire: << l'arrampicata è una via di mezzo tra meditazione e danza. Se uno è bravo sembra quasi stia ballando, talmente sono fluidi i suoi movimenti >>.

Ma nell’arrampicata ci sono dei limiti? Sì e sono quelli che coinvolgono l’aspetto umano. Infatti, praticando questo sport, si impara a conoscere i propri limiti, ma anche a gestire la paura, che fa scattare l’istinto di conservazione. A questo proposito mi dice: << con il tempo impari a gestire la paura, che è un amico saggio: a volte bisogna ascoltarlo, a volte no, dipende dalla situazione >>.

Nel corso della sua esperienza, Omar ha capito che l’arrampicata aiuta la concentrazione e quindi nelle cose di tutti i giorni ciò aiuta a superare problematiche e difficoltà varie, mantenendo la calma.

Praticando questo sport si impara a conoscere le persone. È essenziale, infatti, conoscere bene chi si ha in cordata, in quanto può fare la differenza, nel momento in cui si dovessero presentare delle difficoltà o dovesse sopraggiungere la stanchezza. Già, la stanchezza, quella mentale spesso non fa valutare bene le decisioni da prendere. È necessario, quindi, alternarsi alla testa di una cordata prima che la persona che è in testa mostri i primi sintomi.

Ma nell’arrampicata esistono dei luoghi comuni da sfatare? Sì, uno di questi è credere che siano le braccia e le mani a dare la possibilità di avanzare lungo la parete, invece, << servono più le gambe che le mani >> in quanto ciò permette all’atleta di preservare energie e di evitare eventuali crisi di panico, nel caso in cui sopraggiunga anche la stanchezza fisica. In questa disciplina << lo scopo è di risparmiare più energia possibile per arrivate alla meta >>.

Nel corso delle sue innumerevoli escursioni Omar ha visto di tutto: da persone che affrontano con spavalderia e male equipaggiate una falesia, sino a persone che credono di essere in grado di scalare, ma non sono in grado di gestire le proprie energie ed emozioni. Ci vuole testa per affrontare una parete, ma anche grande senso di responsabilità, per non mettere in pericolo sé stessi e gli altri; ciò parte dall’avere con sé sempre l’attrezzatura adeguata, oltre che un profondo rispetto per la montagna.

In questo sport (come in altri campi dell’attività umana) occorre fare tesoro di chi ha più esperienza, magari ascoltando persone che nonostante l’età avanzata continuano con passione e tenacia a praticare questa spettacolare disciplina. Questo Omar lo sa, tanto da nutrire profondo rispetto per quegli scalatori che hanno iniziato a praticare l’arrampicata quando ancora non c’erano tutte le sicurezze oggi disponibili.

Egli stesso ha imparato molto ascoltando i consigli di persone più anziane. Così mi dice: << l'arrampicata è un bagaglio di esperienze >> ma anche di emozioni, capaci di far rimanere senza fiato di fronte a un paesaggio, visto da un punto di osservazione particolare, che non tutti hanno la fortuna di poter ammirare. E proprio le emozioni sono quelle che fanno brillare gli occhi a Omar mentre mi racconta le numerose e meravigliose arrampicate compiute.

Il suo entusiasmo è contagioso, tanto da essere riuscito, nel corso degli anni, a convincere molte persone a provare questa disciplina. Molte di quelle persone ancora oggi vanno con lui ad arrampicare, non solo per stare insieme a diretto contatto con sua Maestà la montagna, ma anche per condividere emozioni che nessuna tecnologia oggi esistente è in grado di regalare. E speriamo che in futuro sia ancora possibile vivere esperienze così vere a contatto con la natura.

Michele TONIN per progetto I.L.I.E.

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