Alcuni nostri compagni di viaggio decidono di scendere a piedi, affrontando un sentiero consigliato dalla guida. Qui, infatti, oltre alla possibilità di fare i bagni in mare ci sono degli ottimi percorsi per fare del trekking.

Una volta arrivati tutti a Campese, bastano pochi metri per scorgere un panorama diverso: la spiaggia, con la sabbia finissima e il mare limpido, resi spettacolari anche grazie al fatto che le nubi hanno lasciato il posto al sole.

In lontananza, di fronte a noi, scorgiamo un faraglione solitario, divenuto nel tempo il simbolo del luogo. L’intero pranzo si svolge al chiuso, ma le ampie vetrate ci permettono di ammirare il panorama.
Dopo pranzo ci spostiamo di pochi metri e notiamo sulla sinistra un torre eretta da Ferdinando I de’ Medici nel XVI secolo, il cui nome completo è Torre del Campese. Sulla destra si trova una lieve altura, dalla quale poter ammirare il mare.

Lì vicino notiamo due ragazzi pronti per immergersi per poter visitare le meraviglie che la natura offre sott’acqua.
Nel primo pomeriggio il gruppo decide di abbandonare Campese per tornare a Giglio Porto, per imbarcarsi e far di nuovo ritorno a Porto Santo Stefano.
Lasciamo questo meraviglioso luogo con la speranza di ritornarci e anche con la speranza che riesca presto a ritornare a far parlare di sé per le sue bellezze naturali, e non per quella nave da crociera adagiata sugli scogli, che quanto prima dovrà essere portata via.

Michele TONIN per progetto I.L.I.E.